Ti parlo in tutte le lingue del mondo. La storia di Timothy Doner, lo studente poliglotta che a 16 anni comunica già in 15 idiomi - di Stefano Glenzer

http://www.lettera43.it/upload/images/04_2012/l43-timothy-doner-120410114934_medium.jpgIn giro per il mondo senza dover mai dover ricorrere all'interprete. Vita da iperpoliglotta che pur non potendo esprimersi in tutte le 6.700 lingue, è in grado di conoscere, comprendere e comunicare in decine di idiomi.
Timothy Doner è uno studente della Dalton School di New York e a 16 anni ha già imparato 15 diversi idiomi, tra cui lo swahili (lingua usata nell’Africa centro-orientale), il pashtu (Afghanistan e Pakistan), lo yiddish, il curdo, il farsi (Iran e Afghanistan), il mandarino e l’hausa (molti Stati centrafricani).
LIBRI DI GRAMMATICA E IPHONE. A sorprendere dell'iperpoliglotta è il metodo di studio: Doner ha fatto tutto da autodidatta, aiutandosi con libri di grammatica e applicazioni sull’iPhone.
Mentre i suoi coetanei si rinchiudono in un centro linguistico, il 16nne discute con altri studenti su Skype.
PRIME LINGUE: EBRAICO E ARABO. La passione di Doner è iniziata nel 2009, durante gli studi per il suo bar mitzvah (il rito ebraico che decreta il raggiungimento dell’età adulta).
Partendo dalle poche parole che aveva dovuto imparare per la cerimonia, ha continuato a dedicarsi all’ebraico insieme con il suo tutor, arrivando a sostenere complessi dibattiti sulla politica israeliana.
In seguito si è cimentato con l’arabo durante le vacanze estive prima della high school. In quattro giorni conosceva già tutto l’alfabeto e dopo una sola settimana riusciva a leggere correttamente.
VIDEO DELLE PERFORMANCE IN RETE. Le sue performance sono state pubblicare su YouTube: con il nickname PolyglotPal (amico poliglotta), si può ammirare Doner mentre parla in arabo (clicca per il suo canale).
Dopo il successo del primo, sono seguiti altri video in hindi, russo, indonesiano e altre lingue. E all’improvviso, ha trovato un esercito di amanti delle lingue con i quali confrontarsi.
Tra questi c’è Richard Simcott, che ha pubblicato in Rete un video nel quale parla 16 lingue differenti di seguito.
TRIBÙ NATURALE DI IPERPOLIGLOTTI. Il linguista Michael Erard, nel suo libro Babel no more: the search for the world’s most extraordinary language learners spiega che ogni poliglotta autodidatta si unisce agli altri in una «tribù naturale, organizzata non intorno a un linguaggio comune, ma unita da una promiscuità linguistica troppo frustrata».

Fenomeno studiato dagli scienziati senza successo

Richard Simcott è in grado di parlare 16 differenti idiomi.

Il fenomeno degli iperpoliglotti ha scatenato gli studiosi di tutto il mondo, alla ricerca di una spiegazione. E anche se una risposta certa non è ancora stata individuata, negli ultimi anni si sono moltiplicate teorie interessanti.
Per esempio nel 2008 la rivista di ricerche scientifiche di Oxford Cerebral Cortex ha pubblicato uno studio secondo il quale le abilità linguistiche sono migliori laddove lo studente ha un grande «giro di Heschl». Si tratta di un’area nell’emisfero sinistro del cervello che racchiude la corteccia uditiva, ossia quell'area che presiede alla percezione dei suoni.
FONDAMENTALE L'ALLENAMENTO.Fino a quel momento si riteneva che il giro di Heschl servisse al riconoscimento dei suoni primari: se sia crescente o decrescente, da dove provienga, quanto sia potente. Questa zona però serve ad apprendere solo le lingue tonali come il mandarino, ha spiegato l’autore dello studio Patrick Wong, neuroscienziato alla Northwestern University di Evanston in Illinois.
Inoltre, ciò non significa che «chi ha il giro di Heschl di dimensioni normali o sotto la media non possa imparare le lingue», ha spiegato il professor Wong. Anzi, secondo molti l’allenamento è meglio del talento, soprattutto se si inizia fin da piccoli.
IMPEGNO PER RAGGIUNGERE GLI OBIETTIVI. «I bambini fanno bene le cose che piacciono di più», ha sostenuto Michael Paradis, neurolinguista della McGill University di Montreal che ha comparato lo studio delle lingue a quello del pianoforte, all’apprendimento dello sport e di qualsiasi cosa che richieda disciplina.
«Timothy ama le lingue e ottiene grandi risultati in quell’ambito, ma è solo un caso estremo che conferma un principio generale», ha aggiunto Paradis. «Se ci si impegna nell’esercizio e si ha una particolare motivazione in un determinato campo di studio, si riesce a spingersi oltre i limiti delle persone normali».
ABILITÀ NELLA DISTINZIONE DEI SUONI. Oltre all’allenamento, è importante il momento in cui si iniziano a imparare i diversi idiomi.
Loraine Obler, neurolinguista del Cuny Graduate Center di New York ha spiegato che tra i nove e i 12 mesi i piccoli iniziano a perdere l’abilità di distinguere i suoni che non sono utilizzati nella loro prima lingua. Dopo i quattro anni molta gente non ha più una profonda padronanza su una seconda lingua come negli anni precedenti. Dopo i sette poi il cervello inizia a prestare più attenzione a ciò che sta imparando e quindi i ragazzi utilizzano in modo diverso il tipo di memoria che prima sfruttavano per assimilare le lingue.
Mai come in questo caso è vero il detto latino verba volant.

Fonte: http://www.lettera43.it/cultura/ti-parlo-in-tutte-le-lingue-del-mondo_4367546720.htm

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