" I giovani sfidano il loro futuro" di Ezio Rocchi Balbi

http://media.caffe.ch/media/2012/11/18811_9_medium.jpgSono pragmatici e flessibili, mirano a trovare un equilibrio tra lavoro e tempo libero. E in seguito vorrebbero crearsi una famiglia e acquistare un'abitazione. Per loro una buona formazione di base è importante, fare carriera invece è secondario, mentre ricchezza e fama sono addirittura marginali. Ecco l'identikit della maggior parte dei giovani svizzeri, quelli tra i 16 e i 25 anni, tratteggiato dal barometro della gioventù del Credit Suisse. Il colosso bancario, però, per l' edizione 2012 della sua indagine ha affidato all'istituto di ricerca "gfs.bern" un target internazionale, mettendo a confronto tre Paesi con culture completamente diverse: Stati Uniti, Brasile e Svizzera. L'età dei giovani intervistati (mille per nazione, prevalentemente online) non è stata però, l'unico aspetto in comune; nonostante stiano tutti vivendo la più grave crisi economica delle ultime generazioni, si sono dimostrati tutti ottimisti e motivati. In poche parole, credono nel futuro, eccome.
Per quanto riguarda i giovani rossocrociati, il risultato del sondaggio sembra sfatare il concetto largamente diffuso, negli ultimi tempi,  che vorrebbe le nuove generazioni senza coraggio, senza progetti, ambizioni e grinta. Un po' "choosy", schizzinosi, come li avrebbe recentemente definiti incautamente il ministro italiano del Lavoro. Macchè, al contrario, i giovani  svizzeri non solo dimostrano di avere un'idea chiara della propria vita, ma anche di essere animati dallo spirito d'azione di una generazione "fai da te". Non solo, nel loro personalissimo libro dei desideri campeggia un mix equilibrato di professione e tempo libero, e già il fatto che il lavoro occupi una posizione di primo piano nel loro futuro indica chiaramente gli obiettivi e i valori della loro vita.
È anche vero, però, che la gioventù svizzera - in tempi che offrono una libertà probabilmente mai avuta prima d'ora - si muove in un contesto dinamico ma a tratti incerto che pare incentivare il disimpegno politico. A differenza dei loro coetanei negli Usa e in Brasile, infatti, sembrano piuttosto apolitici e poco impegnati al di fuori del loro ambiente ristretto, il loro "network". In generale, comunque, fa ben sperare l'immagine di una nuova generazione, di quà e al di là dell'Atlantico, non solo ottimamente connessa alla rete, ma estremamente ottimista.
Un ritratto che li allontana definitivamente dall'indecisa generazione "may-be", (forse), e che li caratterizza per l'importanza che danno alla volontà di sperimentare molte cose e di essere flessibili. Ragazzi e adolescenti che sembrano non avere nessuna voglia di starsene con le mani in mano, anzi, che si danno da fare e disposti a lavorare con tenacia per raggiungere i propri obiettivi. Flessibili sì, ma con una certa solidità di base. I giovani rossocrociati sembrano pure molto legati ad un modello di vita classico e borghese. Convinzioni personali e valori continuano a formarsi non su Facebook, ma nella cerchia ristretta di familiari e amici. Attenzione, però, si parla di valori come onestà, fedeltà e tolleranza. Inevitabilmente questa predisposizione si riflette nel modo in cui pianificare il proprio futuro che potremmo definire "standard": in primo piano vi è il desiderio di formare una famiglia, avere buoni amici e un'abitazione propria. Nel sondaggio passano decisamente in secondo piano carriera e reputazione, che sembrano poca cosa rispetto ad un'attività ritenuta interessante e a un sano equilibrio tra tempo da dedicare al lavoro e tempo libero.
La giovane generazione rossocrociata esce bene dal confronto con i coetanei americani e brasiliani, ma chiamata ad elencare i principali motivi di preoccupazione, ai primi tre posti mette la questione degli stranieri e dell'integrazione, la previdenza per la vecchiaia e la disoccupazione. Gli stessi degli anni scorsi.erocchi@caffe.ch
@EzioRocchiBalbi
Fonte: www.caffe.ch

Pour être informé des derniers articles, inscrivez vous :
Thème Noodle -  Hébergé par Overblog