Apprendimento linguistico. Capire come dimentichiamo

http://demitogroup.com/blogtonarini/wp-content/uploads/2013/04/Ebbinghaus_Forgetting_Curve_commons-300x164.jpgSi è naturalmente portati a pensare che dimenticare sia un «errore» di memoria. Al solito, mi dilungherei troppo scendendo nei dettagli, ma la realtà è molto piú sottile e illuminante. Dimenticare è un processo messo specificamente in atto dal nostro cervello per aiutarci a ricordare. Non sembra molto intuitivo, ma basta pensarci bene: operare una selezione tra le informazioni, stabilendo quali sono importanti, e rimuovendo le altre affinché non siano «in mezzo», consente di far sí che abbiamo sempre a disposizione solo ciò che realmente ci serve. Il fatto che sia un procedimento programmato ci lascia intuire che non dimentichiamo casualmente, ma secondo un processo preciso. In effetti, studiando l’argomento, si è scoperta la cosiddetta «curva dell’oblio», un procedimento regolare che avviene ogni qual volta apprendiamo qualcosa, e che indica in che modo le informazioni sono dimenticate. Come si può notare dal primo grafico, la curva ha un crollo quasi verticale. La stragrande maggioranza delle informazioni è perduta quasi subito.

http://demitogroup.com/blogtonarini/wp-content/uploads/2013/04/Ebbinghaus-Forgetting-Curve-recall-300x234.jpgCome vediamo nel secondo grafico, però, ogni volta che l’informazione è recuperata si ha una progressiva «dilatazione» della curva: la forma resta la stessa (la maggior parte delle informazioni è sempre perduta nel primo periodo), ma la durata di questo periodo si allunga, e in pratica tratteniamo quanto abbiamo appresso sempre piú a lungo. Ci sono varie lezioni che possiamo trarre da questo: in effetti, nei corsi Aurora sia in quello generale sui metodi di apprendimento sia in quello sui modi piú efficaci di apprendere una lingua straniera, sia in quelli su come sviluppare la memoria, c’è una lezione intera dedicata alla tecnica dei Richiami Ottimizzati, che consiste proprio nel mettere in pratica il risultato di questi studio sull’apprendimento (ed eventualmente integrarli con le mnemotecniche). Direi pure che si tratta di una delle parti piú importanti dei corsi. Quindi è chiaro che riassumere efficacemente il tutto non è semplice, ma provo a delineare i concetti principali. a) È bene fare piú sessioni distinte e brevi invece che un’unica sessione di studio lunga. b) Quando si apprende qualcosa di nuovo è necessario ripassare (o meglio, ripensando a sopra, richiamare!) ben presto e molto frequentemente all’inizio, e con intervalli sempre piú lunghi tra una ripetizione e l’altra c) Qualunqueinformazione può essere perduta, e in effetti lo sarà con ogni probabilità se non è richiamata. Questo indipendentemente dalla fatica che abbiamo fatto per studiare o dal metodo seguito: è proprio quanto accade quando ci prepariamo tantissimo per un esame e ricordiamo tutto benissimo, ma ben presto dopo averlo superato gran parte delle informazioni è dimenticata d) Non è necessario fare troppo fatica affinché le informazioni non siano perdute. Semplicemente farsi un richiamo a intervalli di qualche mese è sufficiente.

Nel caso specifico delle lingue, questo può essere applicato allo studio delle parole o qualsiasi altro elemento (espressione, forma grammaticale). Ne possiamo notare un comune errore dello studio. Del fatto, ad esempio, di «accumulare» le parole di una categoria come esempio di pessima strategia abbiamo già discusso al punto 2 della prima parte del decalogo, ma ora vediamo un’altra ragione per cui è cosí. Non ha senso che io «accumuli» i nomi dei colori, ad esempio, fino a che non li ricordo benissimo, e poi passare a un altro argomento. Infatti, cosí facendo, ogni sezione sarà appresa bene… ma dimenticata in fretta. E il risultato sarà che alla fine ricorderemo ben poco di quanto appreso.

David Tonarini

http://demitogroup.com/blogtonarini/decalogo-i-consigli-per-imparare-davvero-una-lingua-straniera-parte-2/

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