Paese che vai, gesti che trovi
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Non c’è bisogno di scomodare il dott.Lightman della popolare serie Lie to me, in cui il protagonista fa di mestiere lo “smascheratore di bugie”, per capire quanto siano importanti i segnali del corpo per comprendere cosa intende davvero dirci il nostro interlocutore.
Ma gli interpreti di conferenza sanno anche che a lingua e cultura diversa corrispondono, alcuni gesti corrispondono a significati diversi. Qualche esempio?
Il gesto di sollevare una mano con le dita in alto, raggruppate tutte insieme che in Italia – accompagnato allo scuotere della testa- significa “Cosa vuoi”, in Turchia vuol dire “Bellissimo!” o “Buono” riferito a un cibo, in Egitto “aspetta un momento” e in Congo “poco o piccolo”.
E se noi italiani siamo conosciuti per parlare sempre troppo, in altre culture come quelle orientali, africane, indiane d’america, i momenti di silenzio sono normali in una conversazione, perché lasciano il tempo di riflettere agli interlocutori.
Altri gesti fondamentali che possono essere fraintesi sono l’accompagnare il movimento della testa con le parole “sì” e “no”: in Albania, Turchia, Iran, Grecia ad esempio sono esattamente il contrario dei nostri!
Infine, i saluti: se noi italiani siamo abituati a scambiare baci e abbracci con tutti, in Cina, invece, sarà molto difficile vedere due fidanzati scambiarsi effusioni in pubblico, mentre in Senegal i baci da scambiarsi al saluto sono addirittura quattro, ma mai tra persone dello stesso sesso…