Lingue antiche e codici perduti

http://ts3.mm.bing.net/images/thumbnail.aspx?q=4527299962209226&id=4595e58527ebf4f663c2666b9eb661f0Affrontare il tema delle lingue antiche e dei codici perduti è un’impresa che richiederebbe molto tempo. In questa sede ci limiteremo pertanto a dare appena un’idea di quanto sia vasto quest’argomento che ha affascinato archeologi, studiosi e linguisti di tutto il mondo fin dall’antichità.
La suggestione offerta dalle antiche scritture non ha mancato mai, infatti, di avvincere gli uomini in ogni epoca, in quanto la scrittura, fissando la parola, fa rivivere racconti di epoche morte, fa sperare di trovare una verità perduta che indichi in qualche modo il senso profondo della vita e dell’esistenza umana nel suo evolversi attraverso i tempi.
L’avventura della scrittura iniziò probabilmente 4000 anni prima di Cristo, e almeno di questo si è certi, grazie ai rinvenimenti di ciò che può essere definito il primo tentativo di fissare il pensiero tramite simboli e ideogrammi, segni che ben presto si trasformarono in fonemi. Anche in questo caso non importa parlare di tutti i passaggi seguiti dall’evoluzione per arrivare agli attuali sistemi di scrittura.
Ciò che a noi interessa, in questa sede, è l’importanza assunta ben presto dalla scrittura in campi ed applicazioni che non erano certo all’origine di questa invenzione. Le lingue morte assunsero un ruolo a dir poco sconcertante, specie quando si attribuiva loro un valore esoterico e spirituale, più che materiale. In altre parole, alcune antiche scritture suscitarono, e ancora suscitano, la speranza di aprire porte chiuse su di un mondo pieno di ogni rivelazione.
Possiamo citare la scoperta degli archivi cuneiformi delle città mesopotamiche di Mari e di Ebla, o i codici babilonesi di leggi, i testi di magia e di religione.
L’interpretazione di questi documenti ha dato un notevole contributo alla conoscenza del mondo cosiddetto protostorico. Molti testi furono importanti nell’antichità per via della loro capacità di predire i destini dell’uomo, per guidare le società.
Possiamo ricordare allora l’importanza posseduta dai Libri Sibillini, dai Codici Cartaginesi di Eshmun, dalla scrittura geroglifica e jeratica egizia, dagli scritti etruschi, come i Codici della Mummia di Zagabria, per finire all’incredibile quantità di supposizioni fatte a proposito dell’ebraico con i suoi testi sacri, dalla Cabala alla "guerra dei segreti" seguita alla scoperta dei Rotoli Esseni di Qumran, sul Mar Morto.
Altri testi, questa volta copti, scoperti negli anni ‘40 in Egitto, a Nagh Hammadi, hanno fatto scatenare l’ennesima caccia alla "Verità Perduta" confermando ancora una volta l’importanza della parola scritta antica e la sua incredibile attualità.
Si possono fare alcuni esempi sull’uso fatto di queste scoperte, o sul desiderio di scoprire qualcosa di più in queste scoperte, gioco di parole che in ogni caso significa lo sconcerto che si prova davanti a questi documenti. Documenti che ci lasciano scontenti, quasi non trovassimo in loro ciò che si vorrebbe scoprire realmente: e cioè la presenza del magico, dell’esoterico, forse di Dio stesso.
Questo sogno ha viaggiato a lungo nel tempo.
Scritto da Vittorio Di Cesare
Fonte: http://www.edicolaweb.net/am_0802a.htm

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