Dislessia e lingue

http://ts1.mm.bing.net/images/thumbnail.aspx?q=4629365526103036&id=dc312c31351fbf064f65bd4c8dbc1791La dislessia è una vera disfunzione neurologica ma i suoi effetti possono variare con la lingua parlata.

La diversa incidenza in vari paesi dei casi di dislessia fra i bambini di 10 anni - in Italia per esempio sono circa la metà che non negli Stati Uniti - farebbe pensare che la lingua parlata abbia una notevole influenza sulla malattia. Gli scienziati sono comunque sempre più convinti che la dislessia sia veramente un disturbo neurologico, e uno studio pubblicato sulla rivista «Science» da Eraldo Paulesu, dell'Università di Milano Bicocca, sembra confermare questa teoria. Secondo Paulesu, la dislessia avrebbe sempre la stessa causa neurologica, ma le sue turbe funzionali si manifesterebbero in modo diverso a seconda dell'ortografia della lingua parlata. Sia l'inglese sia il francese, per esempio, sono lingue con un'ortografia molto complicata. In inglese esistono 1120 modi - grafemi - diversi per rappresentare un totale di 40 suoni, contro i 33 grafemi che in italiano sono sufficienti a descrivere tutti i 25 suoni della lingua. La ricerca ha dimostrato che i dislessici americani, italiani e francesi hanno in realtà la stessa disfunzione della memoria fonetica a breve termine, ma quelli italiani sono in grado di leggere molto più rapidamente e con meno errori. Anche le immagini mediante tomografia a emissione di positroni hanno dimostrato che i dislessici di tutti e tre i gruppi presentano la stessa ridotta attività del lobo temporale sinistro durante la lettura, rispetto ai soggetti normali. Questo però significa che in Italia ci sono probabilmente molti casi di dislessia che non vengono individuati, perché le manifestazioni della malattia sono molto meno evidenti grazie alla regolarità della nostra lingua. ( Fonte: www.lescienze.it)

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