Apprendimento linguistico. Tra variabilità e motivazione
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È ormai un principio generale ben assodato che variare modi, tempi e forme di apprendimento incrementa i risultati. Quindi dobbiamo adeguarci, se vogliamo imparare una lingua straniera in maniera efficace e rapida. Uno dei principali errori dei metodi di apprendimento tradizionali, oltre a quelli già evidenziati, è che sono ripetitivi e limitanti: si tende a seguire sempre lo stesso approccio, lo stesso procedimento, fare le stesse cose. Questo è sempre un errore, anche laddove il metodo in sé fosse valido. Dobbiamo stimolare il nostro cervello in modo nuovo, sorprenderlo. Combiniamo approcci testuali a approcci visivi o auditivi. Variamo i giorni in cui studiamo, o i momenti della giornata. Studiamo in luoghi differenti. Proviamo a usare la lingua in pratica nelle circostanze piú svariate. Lo si può fare anche senza avere altre persone intorno che la parlano! Ci sono vari modi per farlo. Ad esempio, un pomeriggio in cui ho in progetto di «studiare» la lingua potrei semplicemente farmi una bella passeggiata, e provare a «nominare» le varie cose che incontro, o descrivere le scene che vedo. Incontro la mia vicina che porta a spasso il cane, e penso quindi: come si diceva cane? E vicina? O signora? Come si dice passeggiare? E se volessi dire passeggiava, al passato? E cosí via per il resto della camminata. Non solo è un modo piú piacevole di studiare, non solo ci tiene piú in forma e in salute che starci a ingobbire su di un libro (e nella seconda parte ho accennato che fare attività fisica migliora le funzioni cognitive: in particolare fare regolarmente passeggiate basta a far «invecchiare» bene e in salute il nostro cervello, ed è un’eccellente assicurazione contro future generazioni cognitive; ne discuterò piú approfonditamente altrove), ma è anche molto piú efficace! Avevo promesso che questa parte non sarebbe stata teorica o tecnica, quindi non scendo nei dettagli, ma ci sono almeno 3-4 ragioni per cui sia cosí.
Ma forse non è difficile rendersene conto senza particolari argomentazioni: cosí possiamo infatti variare gli stimoli, riflettere su aspetti dell’uso della lingua nella vita quotidiana che ci sarebbero sfuggiti sui libri, osservare quali sono le mancanze (quali espressioni avrei «bisogno» di usare nella vita quotidiana e non conosco?)
Per variare le forme di apprendimento, si potrebbe trascorrere del tempo ascoltando canzoni o guardando filmi. Ma non basta semplicemente mettere un disco e farlo suonare! Prendiamo una canzone o una pellicola che ci piace, e iniziamo a «scorrerla». Magari ci prendiamo solo una piccola porzione, sia anche solo un paio di minuti, e iniziamo a tradurla, apprenderla. Quali sono le parole che non conosciamo? Ci sono peculiarità grammaticali nuove?
Questo non è solo un modo di introdurre variabilità, ma anche motivazione. Infatti, sarà piú facile superare le difficoltà dello studio lavorando su materiale che ci interessa e ci appassiona, piuttosto che sulle inutili e astratte frasi presenti nei classici eserciziari. In questo modo possiamo anche associare quanto studiamo a conoscenze precedenti, il che incrementa di gran lunga la possibilità di ricordare.
Infine, sperimentiamo contesti diversi: sarei in grado di comunicare col cassiere al supermercato? E col cameriere del ristorante? E delle mie passioni? Del mio sporte preferito? Questi sono temi che, giustamente, i manuali di testi canonici affrontano, ma raramente in maniera approfondita. E allora, facciamo qualche gioco di ruolo! Proviamo a immaginare di essere all’estero, e cosa diremmo se dovessimo usare la lingua che stiamo imparando nelle piú svariate circostanze. Per l’ispirazione, basta pensare a cosa abbiamo fatto negli ultimi giorni.
http://demitogroup.com/blogtonarini/decalogo-i-consigli-per-imparare-lingua-straniera-parte-terza/