Anche i ratti distinguono le lingue
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Anche altri mammiferi, oltre gli uomini, possono distinguere fra differenti schemi linguistici. Alcuni neuroscienziati spagnoli riferiscono che i ratti, proprio come gli esseri umani (adulti e neonati) e le scimmie Tamarin, possono identificare ed estrarre gli schemi regolari di un linguaggio da un discorso. La ricerca è stata pubblicata sul numero di gennaio della rivista "Journal of Experimental Psychology: Animal Behavior Processes".
Il gruppo di ricerca di neuroscienza cognitiva del Parc Cientific de Barcelona ha scoperto che i ratti sono in grado di individuare abbastanza informazioni dal ritmo e dall'intonazione di un discorso umano per distinguere l'olandese parlato dal giapponese parlato.
Dopo aver addestrato i ratti a premere una leva quando udivano una frase sintetizzata di cinque secondi in olandese oppure in giapponese, i ricercatori hanno messo alla prova la risposta degli animali a linguaggi diversi. I ratti ricompensati per rispondere al giapponese non rispondevano all'olandese, e viceversa: premevano la leva soltanto quando udivano la lingua per la quale erano stati addestrati.
Inoltre, i ratti hanno generalizzato la capacità di differenziazione anche a nuove frasi in giapponese e olandese che in precedenza non avevano mai udito. Questa capacità di individuare le caratteristiche di un tipo di lingua rispetto a un altro, dunque, è stata ora documentata in tre differenti specie di mammiferi: gli esseri umani (sia neonati sia adulti), le scimmie Tamarin e i ratti.
In ogni caso, la sofisticazione linguistica di questi ultimi è molto limitata: quando i ricercatori hanno chiesto a individui differenti di pronunciare le frasi, gli animali hanno avuto molte più difficoltà a distinguere le due lingue. Gli esseri umani, anche durante la prima infanzia, superano facilmente questo problema apprendendo il lessico, la sintassi, la fonologia e le informazioni semantiche delle parole. ( Fonte: www.lescienze.it)