Altra conferma (indiretta) della tesi sull'apprendimento 'profondo' con la lettura+ascolto
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Da Stanford (California) arriva un'altra conferma, questa volta 'indiretta', della tesi di Maurizio Falghera sul miglioramento sostanziale delle capacità cognitive cerebrali quando si legge un grande romanzo classico. Facciamo notare che in quest'ultimo caso si parla solo di 'lettura' e non di ascolto, ma siamo convinti che ulteriori ricerche centrate sulla 'doppia esposizione' (lettura e ascolto in sincronia) potrebbero portare a risultati ancora più interessanti e sorprendenti!
Si tratta della ricerca condotta recentemente da Natalie Phillips e colleghi del Center for Cognitive and Neurobiological Imaging della Stanford University; i ricercatori hanno sottoposto a test di imaging cerebrale alcuni soggetti mentre leggevano un romanzo di Jane Austen, un tipico esempio di libro in grado di assorbire totalmente il lettore.
Phillips e colleghi hanno arruolato un gruppo di studenti universitari di lingua e letteratura inglese chiedendo loro di leggere due capitoli del romanzo 'Mansfield Park' mentre si sottoponevano sia a un test di imaging cerebrale sia a una rilevazione dei movimenti oculari e del battito cardiaco. Hanno utilizzato una macchina fMRI (Risonanza magnetica funzionale) mentre gli studenti leggevano i due capitoli, una prima volta per il proprio piacere e una seconda volta in modo molto più attento e critico, seguendo il metodo noto nella critica letteraria anglosassone come close reading. In questa seconda fase, cioè, i lettori dovevano prestare attenzione anche alla struttura formale del testo, ai temi e agli schemi letterari.
Esaminando i dati della risonanza magnetica, e cioè osservando il flusso sanguigno nelle varie aree del cervello, hanno visto come i centri cerebrali connessi con il 'piacere' sono risultati attivi solo nella prima lettura, mentre nel corso della seconda erano più evidenti le attività legate all'attenzione e alla cognizione; ma con una particolarità rilevante: nella modalità legata al piacere venivano attivate in modo massiccio anche aree legate all'emozione e all'immaginazione. Ciò fornirebbe un'interpretazione neuro-cognitiva delle capacità narrative della Austen, in grado di stimolare con la sola parola scritta immagini ed emozioni.
Altrettanto rilevanti sono apparse l'estensione e l'intensità dell'attivazione neuronale nel caso del close reading, il che deporrebbe, secondo le conclusioni degli autori, a favore di questo particolare metodo di analisi testuale, in grado di stimolare notevolmente attenzione, concentrazione e memoria del soggetto.
Ma cosa potrebbe risultare da un esperimento condotto anche sull'ascolto di letteratura letta ad alta voce da narratori professionisti contemporaneamente alla lettura delle pagine scritte? Se la 'sola lettura' di un grande classico stimola così potentemente le aree del cervello deputate all'immaginazione, alle emozioni e alla decodifica dei messaggi testuali, che cosa accadrà mai quando c'è sinergia fra le funzioni cerebrali della vista e dell'udito nella lettura di un grande romanzo?
Alle prossime ricerche la risposta a queste domande.
(Abbiamo tratto queste informazioni dall'articolo 'Gli effetti cerebrali dei romanzi di Jane Austen', Le Scienze, edizione italiana di Scientific American, 29 ott. 2012. Per chi volesse maggiori dettagli sulla ricerca:
(per saperne di più sulla Lettura e l'Ascolto in sincronia:
La Redazione de il Narratore audiolibri
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