5 consigli per imparare il tedesco ( da parte di un'italiana che ci sta provando)
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Qualcuno – onestamente non ricordo chi – ha detto che la vita è troppo breve per imparare il tedesco. Se sono d’accordo? Ma ovviamente no: la vita sarà anche breve, ma il tempo investito a studiare la lingua di Goethe è sempre ben speso, anche se spesso sembra di non fare progressi e se quei suoni e quelle lunghissime parole sembrano davvero al di là delle nostre capacità.
Tuttavia, prima di iniziare con i consigli di un’eterna studentessa – la sottoscritta – è doveroso fare una premessa: studiare il tedesco è faticoso e richiede più applicazione e forza di volontà di altre lingue come lo spagnolo e il francese.
Mi sembra già di sentire le vostre obiezioni:
Ma come, proprio tu? Proprio tu che vivi in Germania dal 2011 e che ancora non riesci a fare un discorso di senso compiuto? Proprio tu vieni a farci la morale?
Avete ragione. Ma solo in parte. È vero, io vivo a Berlino ormai da un po’, ma se ancora non sono fluente è solo per colpa mia ("perché, signora, le capacità ce le ha, ma non si applica"). Eppure, credetemi, da quando ho iniziato a studiare pochi minuti al giorno con Babbel, ho iniziato a vedere dei progressi. Ecco quindi i miei consigli per avvicinarsi in modo intelligente allo studio del tedesco senza spaventarsi o farsi scoraggiare. Attenzione, però, questa lista è pensata per chi è alle prime armi come me, quindi se già siete a un livello medio… passate oltre!
Errare humanum est…
… perseverare autem diabolicum!
Se non sapessi che questa frase è stata attribuita a Cicerone, direi senza esitazione che è stata pronunciata da qualche tedesco buontempone.
Errare è umano, perseverare è diabolico.
Eh sì: la lingua tedesca è complicata, cervellotica, mette le parole in un ordine che secondo noi non ha senso, usa i tanto temuti casi (che io ancora sogno di notte dalle lezioni di latino del liceo), ha dei verbi che si separano e si scambiano il posto come nel gioco delle seggiole (ve lo ricordate? Anche quello me lo sogno ancora…) e inventa dei vocaboli lunghi, lunghi, lunghissimi, interminabili…
Ma il segreto sta proprio nell’essere diabolici e decidere di perseverare malgrado gli errori che sicuramente commetterete. Volete la verità? All’inizio non capirete niente. Ma zero, proprio. Vi sembrerà di non trovare alcuna connessione con le lingue che conoscete già, non avrete appigli e punti di riferimento e forse vi capiterà anche di perdere le speranze, di chiudere il libro e andare a farvi una passeggiata.
Ma ascoltate questo consiglio da amica: tenete duro, stringete i denti. Il giorno in cui riuscirete a scambiare una breve e semplice conversazione con una persona del posto, vi verrà da piangere per la felicità. E vi sentirete anche un po’ diabolici per aver perseverato.
Contesti e associazioni
Il tedesco è difficile, mi pare di averlo già detto un paio di volte. Le parole sono lunghe e sembrano non avere nulla a che vedere con quelle che conosciamo. Anche questo l’ho già detto, lo so. Ma è utile ribadire.
Come è utile cercare di calare i vocaboli nel loro giusto contesto, possibilmente associandoli a qualcosa che vi può aiutare o iniziando da un campo che vi interessa particolarmente.
Io, ad esempio, sono ipocondriaca. Dovendo sopravvivere in Germania, ho pensato alle cosiddette emergenze e ho iniziato dalle parti del corpo e dalle malattie. Ok, lo so, forse vi sembrerà un approccio un po’ strano, ma vi assicuro che adesso mi ricordo quasi tutto. Sapendo quali sono le cose che vi potranno servire, infatti, riuscirete ad avere più volontà nell’impararle. Utilizzando dei trucchetti, poi, tutto sembrerà più facile.
L’importante è evitare di studiare da una sterile lista di vocaboli che vi lascerà in testa solo tanta confusione.
Come? Vi state chiedendo se le mie – scarne – conversazioni riguardano ancora solo medici e richieste da pronto soccorso? Ma certo che no! Grazie a questo metodo, adesso conosco i numeri, gli abiti, i cibi, i colori…
Ode all’essenzialità
Pensate a quello che fate ogni giorno, alle vostre azioni, ai discorsi che scambiate con i vostri amici e fate una lista. Quali sono gli argomenti toccati più frequentemente? Quali sono le domande che ricorrono regolarmente nelle vostre conversazioni?
Come dicevo nel punto precedente, iniziate da quello che vi serve. Non perdete tempo a studiare e ripetere liste di verbi e vocaboli come con le poesie che vi facevano imparare – e recitare – a Natale. La vostra memoria vi sembrerà imbattibile per qualche giorno o qualche ora e poi, piano piano, le cose che avete diligentemente imparato sbiadiranno e scompariranno. Perché? Semplice: non vi servono, non le utilizzate e quindi, prima o poi, lasceranno spazio ad altro. In altre parole, quasi tutta fatica sprecata.
Stabilite quali sono le parole e i verbi che vi servono fin da subito, andate sul sicuro e scegliete la semplicità, trovate il giusto contesto per tutto quello che state studiando, applicatelo nella realtà e non perdete tempo con sinonimi e sfumature, quelli arriveranno in seguito.
Trucco aggiuntivo che mi ha insegnato il mio collega Ed: i verbi modali sono la chiave di tutto. Se ne imparate la coniugazione correttamente (almeno al presente, passato e futuro), vi verrà poi naturale comporre semplici frasi. E poi… e poi si vedrà!
L’articolo prima di tutto
Così come i casi e l’ordine delle parole, anche l’articolo determinativo sembra vivere di vita propria. Prima di tutto, i nomi non sono solo maschili e femminili. C’è anche il neutro (e fin qui potrebbe anche andare bene). Il vero problema è che il genere del sostantivo non segue quasi mai la nostra logica italiana.
La mela vi suona come femminile? NO.
Sulla gonna, tuttavia, non avete dubbi? NO.
E i pantaloni? Chiaramente maschili. NO.
Passiamo al neutro: nomi come latte, aria, fame… quelli saranno neutri, no? NO.
Rassegnatevi. La nostra logica, in questo caso, non funziona.
L’unico espediente da provare è quello di imparare i sostantivi assieme al rispettivo articolo. Oppure, come faccio io, ricordandovi immagini divertenti come "la pantalona", "lo melo", "la lattea".
Sì, lo so. Sono o non sono un genio?
Ripassate come se non ci fosse un domani
È importante, amici. Per far sì che qualcosa di questo maledetto tedesco vi entri in testa, ripassare è INDISPENSABILE. Vi chiedo solo 10 minuti al giorno: prendete nota di quelle parole che vi sembrano più complicate e insistete. Se non avete voglia di scrivere, affidatevi alla app di Babbel che sembra che vi legga nel pensiero e vi chiede di ripetere proprio le parole che non riuscite a ricordare. E finché non ve le ricordate… non demordete.
Provare per credere.
Giulia Depentor è una scrittrice appassionata di cronaca nera, alberi genealogici e epoche che non ha vissuto. Nel tempo libero, suona l'ukulele e colleziona fotografie ingiallite di persone che non conosce.
Fonte: https://it.babbel.com/it/magazine/trucchi-tedesco-principianti