Si cambia personalità cambiando lingua?
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In Italia è facile riconoscere non solo gli stranieri ma persino gli italiani che vivono all'estero, anche se parlano perfettamente italiano. Ecco perché
Affascinante area di studio di una tesi pubblicata su The Economist nella quale si evidenzia che parlando una o più lingue si cambia infatti la personalità. Per capire il tema in modo semplice e come questo sia possibile, basta pensare come sia facile riconoscere gli italiani che arrivano a New York per vacanza, oppure come i turisti in Italia siano subito riconosciuti dagli italiani basandosi sulla loro personalità e non sulla lingua che parlano.
Per turisti non si deve pensare solo agli stranieri, ma soprattutto agli italiani che hanno lasciato l’Italia per anni e ci tornano per vacanza. Questi italiani sono riconosciuti subito quando entrano in un negozio o in un ristorante, o semplicemente camminando per le strade, anche se parlano un italiano perfetto oppure parlano il loro dialetto di origine. Le persone che vivono in Italia quando li vedono subito notano che gli atteggiamenti di questi italiani e la loro personalità riflettono un’altra cultura. Questo succede perché restando a contatto con persone di cultura diversa si adottano automaticamente atteggiamenti diversi nello stesso tempo che si acquisisce familiarità con l’altra lingua, e quindi anche il proprio contegno personale cambia. Tutte le culture sono integrate nel linguaggio che è usato/espresso in qualunque piccola o grande società. Perciò il comportamento delle persone cambia adottando le idee e i concetti culturali. Un italiano che ha vissuto e lavorato in America per molti anni, inevitabilmente ha molte sfumature e atteggiamenti americani una volta diventato fluente nella lingua e nella cultura americana, e questo italiano lo si nota subito quando ritorna in Italia con la sua personalità americanizzata.
Le persone vivono in diverse aree del mondo e in modo diverso da paese a paese. Spesso hanno diverse prospettive, standard di vita. La funzione del linguaggio è quella di comunicare con il prossimo i rituali nella vita quotidiana e in diverse condizioni di vita; le modalità con cui le persone comunicano durante le interazioni non sono solo nell’uso diverso delle parole, che nascono inevitabilmente, ma anche i loro atteggiamenti e la loro personalità. Perciò, le nuove parole che si acquisiscono diventano parte del linguaggio modellato dalla cultura che si trasmette contemporaneamente alla lingua. Gli psicolinguisti discutono se il linguaggio sia innato oppure no, ma dobbiamo ricordarci della sociolinguistica, che è lo studio di come il linguaggio viene plasmato dai fattori sociali. Questa sotto-disciplina si concentra su un approccio sincronico (simultaneo) della linguistica con la società, e come in una lingua in generale, o in un insieme di lingue, si visualizzano le varietà sia nei discorsi che negli atteggiamenti di chi li parla; lo studio della variazione linguistica e le diverse varietà del linguaggio attraverso i dialetti possono essere affrontati attraverso uno studio di stile, oltre che attraverso l'analisi del discorso. I sociolinguistici si dedicano alla ricerca dello stile e del discorso delle lingue e ai fattori teorici tra il linguaggio e la società.
Il linguaggio e personalità sembra essere un problema di causa ed effetto. Le lingue hanno un impatto sulla personalità a causa della gente con cui si pratica e delle interazioni sociali. Ogni lingua è dotata di una società culturale diversa nella quale è inclusa la sua storia e le sue usanze. Capita che le persone che parlano una lingua diversa si sentono come se fossero persone diverse perché adattano e modificano la loro personalità per potersi integrare nell’altra cultura. Gli studenti che studiano italiano a volte si sentono diversi quando parlano italiano in classe perché i riferimenti culturali sono italiani e si devono adattare anche alla cultura italiana, perciò l’adattamento non è solo linguistico ma anche mentale. Inoltre, le parole, specie quelle identiche, hanno significati diversi in italiano in contrasto all’inglese; un esempio sono le espressioni idiomatiche, che fanno riflettere molto gli studenti prima che ne possano capire il significato e le possano usare bene nelle conversazioni. Anche quando si legge si può aveva una sensazione diversa in base alla versione inglese o italiana, perché nel linguaggio e nella lettura c’è sempre la cultura. Da questo possiamo capire perché molti studenti non fanno i progressi che dovrebbero durante l’apprendimento dell’italiano: resistono alla cultura perché senza esserne consapevoli sentono anche un cambiamento nella loro personalità.
Dalla mia auto-osservazione tra l’inglese e l’italiano, la gran parte della differenza è dovuta allo stile linguistico di fornire informazioni piuttosto che sulle altre proprietà critiche del linguaggio. Per esempio, quando si tratta di espressione emotiva, l'inglese di solito tende ad essere più semplice, mentre l’ italiano lo fa in un modo più sottile e meno trasparente. Quindi l’inglese è diritto al punto e più specifico mentre l’italiano ci gira intorno al punto ed è meno specifico. Detto questo è comprensibile attribuire alcuni tratti della personalità culturale a questa differenza anche se, in entrambi i casi, non ha nulla a che fare con la forza e la qualità delle emozioni ma solo nel modo di come vengone usate le espressioni scritte o parlate tra una cultura e l’altra. Molte persone sono a conoscenza di come una lingua non ha solo parole perché la parte della cultura è la parte più difficile da cogliere (che è la connotazione delle parole; la stessa parola può avere un significato diverso a secondo del luogo o della lingua) soprattutto quando non si studia la lingua nel paese dove viene parlata. Alcune persone imparano una lingua perché ne sono attratti, ma la lingua non s'impara in isolamento ma contemporaneamente e insieme alla sua cultura.
Per finire, bisogna ampliare la propria visione e aprire la propria mente a un modo più vario di pensare, e questo influenza la personalità di chi impara e cambia la lingua; un processo lungo, difficile e che a volte porta disagio.
Filomena Fuduli Sorrentino, insegna alla South Middle School, ECSD, Newburgh, NY. Nata e cresciuta in Italia, calabrese, vive a New York dal 1983. Diplomata alla scuola Magistrale in Italia, dopo aver studiato alla SUNY, si è laureata alla NYU- Steinhardt School of Culture, Education, and Human Development, con un BS e MA in Teaching Foreign Languages & Cultures. Dal 2003 insegna lingua e cultura italiana nelle scuole pubbliche a tempo pieno e nelle università come Adjunct Professor. È abilitata dallo Stato di New York all’insegnamento nelle scuole pubbliche delle lingue italiana 1-6 & 7-12, ESL K-12 e spagnola 1-6 & 7-12.
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