Da grande? Voglio fare il ...poliglotta!

Da piccola se mi chiedevano cosa volessi fare da grande, rispondevo: la poliglotta! E davvero sognavo di girare il mondo e parlare con tutte le persone nella loro lingua, di poter comunicare e immergermi nelle loro culture.
Oggi vedere in mio figlio la stessa passione che, da quando ha due anni, lo rende curioso verso le lingue straniere, i suoi compagni che provengono da altri paesi e che conoscono diverse lingue, appunto, voglia di viaggiare con domande e desideri di esplorarlo mi emoziona.
Così abbiamo cominciato fin da quando aveva due anni e mi diceva di voler imparare le paroline che sentiva a cena dai miei colleghi stranieri. La scuola purtroppo non ci viene molto incontro con un'ora di inglese a settimana e praticamente niente prima, per cui ho cercato di ricavare almeno mezzoretta al giorno per l'ascolto di canzoncine prima e di brevi cartoni animati poi, con esercizi su libri-gioco e con letture di libri per bambini in età-prescolare.

Ora cominciamo a scriverlo e con l'aiuto di un campus in lingua inglese che ogni anno viene organizzato dalla sua maestra di inglese, riusciamo a cavaercela.

La prima esperienza ci è rimasta nel cuore tanto che la foto dove ho immortalato l'emozione di Pietro nel ricevere il diploma e che seguiva abbracci e baci agl insegnanti parla, secondo me, da sola e mi commuove sempre nel riguardarla.
La seconda l'abbiamo terminata da poco e devo dire che Pietro ha scelto di fare due settimane e anche se ne è uscito stanchissimo, l'ho ritrovato felice e gasato
Ho sentito pareri discordanti su questo tipo di esperienze e alcune mamme lo hanno degradato a esperienza inut
A noi piace perché:
- ci sono ore dedicate allo studio in aula con libri, esercizi alla lavagna e ascolto;
- il resto del tempo comprende attività sportive organizzate da persone con esperienza in ogni disciplina, con istruzioni in inglese, e fatto molto importante che manca nella nostra cultura scolastica, lo sport visto come momento di gruppo ;
- teatro: non so se facciate parte del gruppo che si annoia alle recite scolastiche, ma questi insegnanti, giovani e pieni di energia e creatività, in 5 giorni organizzano dei pezzi teatrali in lingua facendo parlare anche i bambini più reticenti a farlo e dando modo di poter scegliere il ruolo interpretato, ma sentendosi cmq tutti parte del gruppo;
- i gruppi in classe sono divisi per età, ma nel resto del tempo sono misti quindi Pietro ha imparato a stare anche con i grandi, sforzandosi di trovare argomenti di conversazione, di adeguarsi ai loro modi e trovare il suo ruolo nel gruppo, tutto questo in inglese visto che i tutor sono sempre con loro e pretendono questo sforzo espressivo;
- dalle foto del filmino finale, idea fantastica realizzata da un gruppo di studenti, trasudanoenergia, grinta e voglia di fare, come non sono abituata spesso a vedere nelle ore scolastiche (anche se Pietro è un caso a sé dato che le maestre mi dicono che vive la scuola come momento pieno di cose da fare senza annoiarsi mai...speriamo duri).
Se non conoscete questo tipo di esperienze, provatele! La nostra scuola è lo Smile Day di Modena.
I costi sono contenuti se la scuola riesce a ottenere, come nel nostro caso, i fondi dai vari enti che collaborano con la scuola, tanto che per i fratelli o per chi ospita un tutor ci sono anche importi molto abbordabili.
Un'esperienza positiva e ripetuta due anni con modalità leggermente diverse ma pur sempre con grandi soddisfazioni!
E voi li conoscete? 
http://ateaforu.blogspot.it/2013/07/da-grande-voglio-fare-il-poliglotta.html
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