L'ultima corsa per Woodstock - di Colin Dexter

La prima indagine del famoso detective burbero e misantropo protagonista dei romanzi di Colin Dexter: l’ispettore capo Morse, humour tipicamente inglese, vasta erudizione letteraria, competenze musicali fuori del comune, passione per l’enigmistica e le parole crociate, segue il caso di una ragazza scomparsa e ritrovata ore dopo uccisa in modo brutale.
Ottimo libro, prima di tutto, poi buon giallo.
Colpisce la scrittura, davvero elegante, di questo esordio (non propriamente precoce, in verità: il libro esce nel 1975, quando Dexter ha 45 anni) e la fluidità di un racconto che, pur incentrato sulle gesta del protagonista, si dipana per i molti personaggi secondari, descrivendone vita e pensiero con tratti essenziali, senza mai risultare dispersivo.
Divertente e insolitamente originale, in un mondo letterario sempre più affollato di poliziotti, la caratterizzazione dell'ispettore Morse, che assieme al sergente Lewis conduce questa ed un'altra dozzina di indagini (mi riferisco ai romanzi, perché lo stesso Dexter ha curato più di trenta episodi per la televisione inglese con protagonisti i due investigatori).
Da quel che si sa dell'autore, molte delle sue abitudini e del suo eclettismo (grande enigmista, esperto musicologo nonché estroso e, soprattutto, curioso esploratore delle cose umane, spesso con il sistema della pura associazione di idee) è stato travasato nell'ispettore Morse, un tipo davvero bizzarro, che spesso si ostina a mettersi contro i fatti - in nome di proprie impalpabili intuizioni - con il curioso esito di spuntarla (il che mi ricorda la storiella del signore che dipinge una porta sul muro e poi la apre veramente...).
Una piccola notazione a margine : il tratto ironico di questo romanzo è lontanissimo dalle cupissime atmosfere dei noir scandinavi. Eppure tensioni sociali e inquietudini non mancavano (e non mancano...) anche in terra inglese; per non dire del clima...