Il conte di Montecristo: tagli e censure nelle versioni italiane
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La traduzione italiana attualmente più diffusa de Il conte di Montecristo, ossia quella attribuita a Emilio Franceschini, più volte pubblicata da Mondadori e BUR, presenta numerosi tagli e censure.
Questo succede, ad esempio, ogniqualvolta un personaggio venga paragonato a un dio. Così, nel capitolo 31 («L'Italia e Sinbad il marinaio»), Edmond Dantès non si presenta a Franz come le roi de la création («il re della creazione»), né poco più avanti, nel capitolo 33 («Banditi romani»), Luigi Vampa appare beau, fier et puissant comme un dieu («bello, fiero e potente come un dio»), bensì soltanto «bello, superbo e potente». Inoltre, nella traduzione di Franceschini, risultano mancare intere frasi o paragrafi. Si veda, ad esempio, il finale del succitato capitolo 31:
(FR) « Alors ce fut une volupté sans trêve, un amour sans repos comme celui que promettait le Prophète à ses élus. Alors toutes ces bouches de pierre se firent vivantes, toutes ces poitrines se firent chaudes, au point que pour Franz, subissant pour la première fois l'empire du haschich, cet amour était presque une douleur, cette volupté presque une torture, lorsqu'il sentait passer sur sa bouche altérée les lèvres de ces statues, souples et froides comme les anneaux d'une couleuvre; mais plus ses bras tentaient de repousser cet amour inconnu, plus ses sens subissaient le charme de ce songe mystérieux, si bien qu'après une lutte pour laquelle on eût donné son âme, il s'abandonna sans réserve et finit par retomber haletant, brûlé de fatigue, épuisé de volupté, sous les baisers de ces maîtresses de marbre et sous les enchantements de ce rêve inouï. » | (IT) « Allora, per Franz che subiva la prima volta l'effetto dell'hashish, fu una voluttà, un amore come quello che prometteva il Vecchio della Montagna ai suoi seguaci. » |
Anche il finale del capitolo 40 («La presentazione») risulta incompleto, seppure in misura minore:
(FR) « «Décidément», dit-il, «les hommes ne sont pas égaux; il faudra que je prie mon père de développer ce théorème à la Chambre haute.» » | (IT) « «Davvero» disse, «gli uomini non sono tutti eguali.» » |
Di portata decisamente maggiore è lo stravolgimento del capitolo 35, già a partire dal titolo: «La mazzolata» in francese, «Il patibolo» in italiano. La «mazzolat(ur)a» è un tipo di esecuzione pubblica molto cruenta, inflitta ai condannati a morte per mezzo di una mazza percossa sul cranio della vittima. Nell'edizione italiana, l'intera descrizione della mazzolata è sostituita da una più blanda impiccagione:
« I due aiutanti avevano portato a grande stento il paziente ai piedi della scala fatale. Il misero si dibatteva, si contorceva, e puntava i piedi, gettandosi con tutta la persona all'indietro. Uno di quei due tentò d'acquistare qualche vantaggio col salire alcuni scalini dalla sua parte, e tirarlo a sé mentre l'altro lo avrebbe sospinto all'insù. In quell'attimo il carnefice lo afferrò per la vita e lo sollevò da terra. Il misero, senza punto d'appoggio e tirato e sospinto, in un attimo fu sotto al laccio. » |
Nel testo originale, la descrizione della mazzolata è molto più cruenta e giustifica la reazione di Franz – che si trova a cadere mezzo svenuto – al turpe spettacolo:
(FR) « Les deux valets avaient porté le condamné sur l'échafaud, et là, malgré ses efforts, ses morsures, ses cris, ils l'avaient forcé de se mettre à genoux. Pendant ce temps, le bourreau s'était placé de côté et la masse en arrêt; alors, sur un signe, les deux aides s'écartèrent. Le condamné voulut se relever, mais avant qu'il en eût le temps, la masse s'abattit sur sa tempe gauche; on entendit un bruit sourd et mat, le patient tomba comme un bœuf, la face contre terre, puis d'un contre-coup, se retourna sur le dos. Alors le bourreau laissa tomber sa masse, tira le couteau de sa ceinture, d'un seul coup lui ouvrit la gorge et, montant aussitôt sur son ventre, se mit à le pétrir avec ses pieds. A chaque pression, un jet de sang s'élançait du cou du condamné. » | (IT) « I due aiutanti avevano portato il condannato al patibolo e là, malgrado i suoi sforzi, i suoi morsi, le sue grida, lo avevano costretto a mettersi in ginocchio. Intanto il boia si era messo di lato con la mazza sollevata; poi a un suo cenno i due aiutanti si spostarono. Il condannato volle rialzarsi, ma prima di averne avuto il tempo la mazza si abbatté sulla sua tempia sinistra; si udì un rumore sordo e cupo, il condannato cadde come un bue con la faccia a terra e poi, per il contraccolpo, si rivoltò sulla schiena. Allora il boia lasciò cadere la mazza, prese il coltello dalla cintura e con un colpo solo lo sgozzò. Quindi salitogli sul ventre, si mise a pestarlo con i piedi. A ogni pressione un fiotto di sangue sprizzava dal collo del condannato. » |
Significativo è inoltre il taglio che riguarda la spiegazione che Faria dà a Dantès circa i motivi della sua reclusione (capitolo 16 - «Lo scienziato»):
(FR) « Moi? parce que j'ai rêvé en 1807 le projet que Napoléon a voulu réaliser En 1811; parce que, comme Machiavel, au milieu de tous ces principicales qui faisaient de l'Italie un nid de petits royaumes tyranniques et faibles, j'ai voulu un grand et seul empire, compact et fort: parce que j'ai cru trouver mon César Borgia dans un niais couronné qui a fait semblant de me comprendre pour me mieux trahir. C'était le projet d'Alexandre VI et de Clément VII; il échouera toujours, puisqu'ils l'ont entrepris inutilement et que Napoléon n'a pu l'achever; décidément l'Italie est maudite! » | (IT) « Perché ho sognato nel 1807 il progetto che Napoleone ha tentato di realizzare nel 1811. » |
La figura del traduttore Emilio Franceschini possiede tratti assai incerti. Il suo nome comparve per la prima volta in un'edizione degli Oscar Mondadori del 1984, in tutto simile ad un'anonima traduzione italiana dell'Ottocento pubblicata da Salani. Secondo la ricostruzione effettuata dall'editore Donzelli, Franceschini non sarebbe mai esistito e tale nome di fantasia sarebbe stato impiegato soltanto al fine di firmare la traduzione anonima, che resiste da ormai due secoli.[7]
Nel 2010 e nel 2011 sono state pubblicate due traduzioni (per la prima volta) integrali e senza censure del romanzo: una condotta da Gaia Panfili per Donzelli Editore, l'altra da Lanfranco Binni per Garzanti; entrambe sono state effettuate basandosi sulla edizione critica di Claude Schopp, autorevole studioso di Dumas, pubblicata dall'editore Robert Laffont nel 1993. Nel 2012 è stata pubblicata una nuova edizione del Montecristo (formato Universale economica Feltrinelli), sempre basata sulla traduzione di Gaia Panfili.
Fonte: wikipedia